mercoledì 14 novembre 2012
Obama: "Più tasse per i più ricchi"
Barack Obama apre "a compromessi e nuove idea" per trovare un accordo con il congresso e scongiurare il 'fiscal cliff': i 600 miliardi di dollari tra tagli e aumenti delle tasse che entrera' in vigore automaticamente il 1 gennaio 2013 se non si trovare un'intesa.
L'accordo sul fiscal cliff deve prevedere che le tasse sulla clase media rimangano invariate. Lo detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, durante la prima conferenza stampa dalla sua rielezione. L'esito del voto "dimostra che la maggioranza degli americani - ha sottolineato Obama - la pensa come me".
Senza un rapido accordo per risolvere il problema del 'fiscal cliff' l'America tornerebbe alla recessione: lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.
Al momento non ci sono prove che siano stati compromessi segreti o che ci sia il rischio di danni agli Usa in seguito allo scandalo che ha travolto il direttore della Cia, il generale David Petraeus ha dichiarato il presidente Usa, aggiungendo che Petraeus non ha rispettato gli standard di sicurezza previsti da chi ricopre la sua carica. Il presidente ha comunque chiarito che non intende immischiarsi nell'inchiesta aperta e non intende esprimere giudici sul generale fino alla conclusione delle indagini.
"Al momento, non ho alcuna prova che, in base al materiale che mi e' stato mostrato, siano state diffuse informazioni classificate e che potrebbero avere un impatto negativo sulla nostra sicurezza nazionale", ha aggiunto.
Barack Obama tradisce un certo imbarazzo sullo scandalo sessuale che ha travolto il direttore della Cia, David Petraeus. In particolare nella sua prima conferenza stampa dopo la rielezione, il presidente non ha voluto rispondere alla domanda se ritenesse di essere stato informato troppo tardi del caso (la Casa Bianca ha reso noto che il primo rapporto a Obama fu fatto solo l'8 novembre). Obama ha comunque ribadito al sua completa fiducia nell'Fbi, che ha aperto e sta conducendo le indagini sul caso.
Obama ha difeso a spada tratta Susan Rice. Anzi, e' pronto a promuoverla alla guida del Dipartimento di Stato. "Ha fatto un lavoro spettacolare, ha rappresentato l'America all'Onu con abilita', grazia e forza", ha detto il presidente degli Stati Uniti nel corso di una conferenza stampa riferendosi alle accuse del repubblicano John McCain all'ambasciatore all'Onu. La Rice, ha continuato Obama, "ha parlato ed e' apparsa per conto della Casa Bianca e ha fornito le migliori informazioni di cui era in possesso. Se McCain vuole prendersela con lei perche' e' un bersaglio facile e minarne la reputazione, cio' e' sconvolgente. Se la prenda con me, invece".
Nel corso di una difesa a spada tratta dell'ambasciatore Usa all'Onu, Susan Rice, chiamata in causa dai repubblicani sull'attacco al consolato di Bengasi, Barack Obama ha affermato: "Forse la nominero'", segretario di Stato al posto di Hillary Clinton, che intende lasciare l'incarico. Il nome della Rice gira da settimane per la guida della diplomazia sa ma il suo rapporto in cui aveva definito l'attacco al Consolato di Bengasi, non "un atto terroristico", ma "il degenerare di una manifestazione spontanea di protesta", le ha attirato gli strali dei Repubblicani che in sede di ratifica dell'eventuale nomina, hanno promesso vendetta.
"Nel mio secondo mandato voglio essere un presidente ancora migliore". E' l'impegno preso da Barack Obama nella sua prima conferenza stampa dalla rielezione. "Con Michelle proprio in questi giorni stavamo riflettendo su quanto sia un privilegio e un onore essere in questa posizione e quanto anche chi non ha votato per noi conta su di noi - ha affermato Obama - siamo pienamente consapevoli di questa responsabilita'".
Come fece nel 2009 subito dopo il suo insediamento alla Casa Bianca Barack Obama torna a tendere la mano all'Iran, promettendo di volersi impegnare nei prossimi mesi in una nuova 'offensiva' diplomatica per aprire il dialogo sul programma nucleare degli ayatollah. Nella sua prima conferenza stampa dalla riconferma il presidente ha ribadito che c'e' ancora una finestra d'opportunita per risolvere diplomaticamente la crisi con l'Iran e per impedire comunque a Teheran di dotarsi della bomba atomica.
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